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ULTIMI INSERIMENTI
Il difetto assoluto di motivazione e la nullità della sentenza di primo grado
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 8595 del 28 ottobre 2024, ha ribadito che solo il difetto assoluto di motivazione della sentenza di primo grado, quando la motivazione risulta completamente assente o meramente apparente, comporta la nullità della decisione. La Corte ha escluso che l’omessa pronuncia su censure sollevate possa configurarsi come errore procedurale, stabilendo che in questi casi il giudice d’appello è legittimato a correggere il vizio, integrando la motivazione o decidendo nel merito. Inoltre, la Corte ha annullato un ordine di demolizione relativo a strutture prefabbricate installate in un campeggio, ritenendo che non si trattasse di opere stabili soggette alla normativa edilizia.
Concessione di aree demaniali marittime: il TAR conferma la legittimità della selezione per licitazione privata
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Friuli Venezia Giulia, con la sentenza n. 333 del 2024, ha respinto il ricorso di un operatore economico contro la concessione di aree demaniali marittime all’interno di un comprensorio portuale, giudicando legittima la procedura di selezione seguita dall’amministrazione portuale. Il TAR ha sottolineato l’ampia discrezionalità dell’amministrazione nella valutazione delle proposte concorrenti, confermando la correttezza dei criteri adottati per garantire l’interesse pubblico e la sostenibilità economica del Piano Economico Finanziario.
Divieto di avvicinamento e misure cautelari: il bilanciamento tra esigenze di protezione e libertà personale
Con sentenza n. 173 del 2024, la Corte Costituzionale ha confermato la legittimità della distanza di 500 metri prevista dall’art. 282-ter c.p.p., ritenendola non irragionevole per garantire la protezione della persona offesa. Tuttavia, ha precisato che, qualora l’uso del braccialetto elettronico risulti tecnicamente impraticabile, il giudice deve rivalutare la misura cautelare senza automatismi, applicando il principio di adeguatezza e proporzionalità. La Corte ha ribadito l’importanza di bilanciare i diritti coinvolti, cioè la libertà dell’indagato e la protezione della vittima, e ha richiamato normative sovranazionali sul controllo elettronico in contesti di violenza domestica.
Cambi di destinazione d’uso e necessità del permesso di costruire
La sentenza n. 5816 del 30 ottobre 2024 del TAR Campania, Sezione VII, conferma che i cambi di destinazione d’uso urbanisticamente rilevanti, anche senza opere edilizie, richiedono il permesso di costruire quando incidono sul carico urbanistico. Il Tribunale, richiamando la normativa vigente e la giurisprudenza consolidata, sottolinea che il mutamento tra categorie funzionalmente autonome, come da attività industriale a commerciale, comporta un impatto significativo e non può essere autorizzato con una semplice Comunicazione Inizio Lavori Asseverata (CILA). La sentenza riafferma l’importanza di garantire l’equilibrio urbano e la sostenibilità delle trasformazioni attraverso una valutazione amministrativa preventiva.
Principi regolatori dell’informativa antimafia e sua funzione preventiva
La sentenza n. 8675 del 31 ottobre 2024 del Consiglio di Stato chiarisce i principi relativi all’emissione dell’informativa antimafia, confermando la sua funzione cautelare e preventiva. Il Collegio sottolinea che tale informativa non necessita della prova certa di infiltrazioni mafiose, ma può essere emessa sulla base di indizi gravi e concordanti, che rendano plausibile il pericolo di condizionamento mafioso. L’informativa ha lo scopo di prevenire danni potenziali, non di sanzionare comportamenti illeciti, e si fonda su un accertamento probabilistico, mirando a evitare che le attività imprenditoriali possano agevolare indirettamente organizzazioni criminali.
Rinnovo attestazione SOA e validità delle comunicazioni informali
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 8534 del 2024, ha chiarito che l’iniziativa dell’operatore economico nel rinnovare l’attestazione SOA, anche tramite e-mail ordinarie, può comprovare la diligenza necessaria per mantenere la continuità del requisito di qualificazione. L’impresa, esclusa da una procedura negoziata per mancato rinnovo dell’attestazione, ha dimostrato di aver richiesto il rinnovo entro i termini stabiliti, anche se la formalizzazione del contratto con l’organismo di attestazione è avvenuta successivamente.
Revoca aggiudicazione per falsa dichiarazione in gara pubblica
Il T.A.R. per la Sicilia, con la sentenza n. 3591 del 2024, ha confermato la legittimità della revoca di una proposta di aggiudicazione per l’affidamento in concessione di beni immobili demaniali, motivata dalla falsa dichiarazione del concorrente riguardo l’assenza di precedenti penali. La normativa di gara richiedeva l’assenza di condanne penali come requisito, ma è emerso che il concorrente aveva omesso di dichiarare un decreto penale di condanna. Il Tribunale ha ritenuto sufficiente riscontrare la non veridicità della dichiarazione, senza la necessità di una valutazione dettagliata sull’affidabilità complessiva del concorrente, giustificando la revoca con la necessità di garantire l’integrità e la trasparenza delle procedure di gara.
Ricerca mineraria e attività estrattiva nei parchi naturali
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 8398 del 2024, ha confermato il diniego del permesso per una ricerca mineraria all’interno di un parco naturale, ritenendo che l’attività proposta, finalizzata all’estrazione del titanio, non potesse essere qualificata come ricerca scientifica. La decisione si è basata sull’interpretazione dell’art. 9 e 33 della Costituzione, evidenziando il discrimine tra ricerca scientifica e attività estrattiva. Il Tribunale ha sottolineato che l’attività non presentava un contributo sostanziale alla conoscenza scientifica e che il richiedente non aveva la necessaria esperienza in campo scientifico per giustificare la richiesta.
Accoglimento dell’appello contro il diniego del riconoscimento di sentenza penale straniera
Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello contro la sentenza del T.A.R. Lazio, che aveva dichiarato inammissibile il ricorso contro il rifiuto del Ministero della Giustizia di riconoscere una sentenza penale straniera a fini esecutivi in Italia. Il Collegio ha ritenuto che il procedimento di riconoscimento fosse autonomo rispetto a quello estradizionale, configurando un interesse attuale all’impugnazione. Il provvedimento ministeriale è stato annullato per carenza di motivazione, con rinvio per una nuova valutazione conforme alla normativa vigente.
Il TAR Lazio accoglie il ricorso contro il silenzio-inadempimento del Comune sulla proroga della concessione demaniale marittima
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha accolto il ricorso di una società contro il silenzio-inadempimento del Comune in relazione alla richiesta di rideterminazione del canone e proroga di una concessione demaniale marittima. Respinta l’eccezione di difetto di giurisdizione, il TAR ha stabilito che la controversia rientra nella giurisdizione amministrativa, imponendo all’amministrazione di rispondere formalmente alla domanda della società entro 30 giorni.