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ULTIMI INSERIMENTI

Responsabilità precontrattuale della P.A. negli appalti pubblici

Con la sentenza n. 7717/2024, il Consiglio di Stato ha stabilito che il risarcimento per responsabilità precontrattuale della Pubblica Amministrazione, in caso di revoca di gara, deve limitarsi all’interesse contrattuale negativo, includendo le spese sostenute e le occasioni perdute, senza considerare l’utile atteso. La responsabilità deriva dalla violazione dei doveri di buona fede e correttezza, tutelando l’affidamento del privato anche in assenza di un vincolo contrattuale.

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Risarcimento danni e annullamento giurisdizionale di un provvedimento amministrativo

Nella sentenza n. 8183 dell’11 ottobre 2024, il Consiglio di Stato ha precisato che il risarcimento per annullamento giurisdizionale di un provvedimento amministrativo non è automatico, ma richiede la prova della responsabilità aquiliana secondo l’art. 2043 c.c., inclusi condotta illecita, colpa, nesso causale ed evento dannoso. Nel caso di un tassista che, nonostante l’annullamento della sua licenza, ha proseguito l’attività senza danni economici, il Collegio ha negato il risarcimento, rilevando l’assenza di un concreto danno patrimoniale e della “spettanza del bene della vita”.

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Validità degli atti amministrativi e mancanza di sottoscrizione

Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 8141 del 10 ottobre 2024, ha stabilito che l’assenza di firma su un provvedimento di rigetto non ne determina automaticamente l’invalidità, purché siano presenti elementi che consentano di identificare con certezza la sua provenienza amministrativa. Il Collegio ha ritenuto sufficiente, a tal fine, la presenza di dati testuali che indichino l’ente e il funzionario responsabile, escludendo interpretazioni formalistiche della validità degli atti e privilegiando un approccio sostanziale in linea con i principi di certezza del diritto e tutela dell’interesse pubblico

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Esecuzione dei giudicati e vincoli urbanistici

Il Consiglio di Stato ha accolto un ricorso per ottemperanza contro la Regione, che, in violazione di un giudicato amministrativo del T.A.R. del 2005, aveva limitato il diritto edificatorio di un’area con nuovi vincoli paesaggistici imposti tramite il piano paesaggistico territoriale regionale (PPTR). La sentenza ha stabilito che la Regione deve rimuovere tali vincoli, ritenuti incompatibili con l’obbligo di ottemperanza al giudicato, confermando la qualificazione urbanistica dell’area come “zona B20” residenziale, senza condizioni ulteriori.

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Limiti alla discrezionalità del giudice amministrativo sulle spese di lite

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 7874 del 1 ottobre 2024, ha chiarito che la compensazione delle spese di lite richiede una motivazione adeguata, soprattutto quando non vi è una netta vittoria in giudizio. La Corte ha precisato che, sebbene il giudice di primo grado abbia discrezionalità nella ripartizione delle spese, deve giustificare in modo chiaro e motivato la decisione di compensare le spese, soprattutto in assenza di una vittoria evidente. La mancata motivazione, in particolare nel caso di amministrazioni soccombenti, rischia di danneggiare il ricorrente, privandolo di eventuali rimborsi.

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Disciplina dei “liberi sospesi” e non retroattività delle pene sostitutive più favorevoli

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 176 del 7 novembre 2024, ha dichiarato infondate le questioni di legittimità costituzionale sulla disciplina relativa ai cosiddetti “liberi sospesi” prevista dall’art. 47-ter, comma 1-bis, della L. n. 354/1975. Tale norma esclude, per i condannati definitivi con pena sospesa prima della Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022), la possibilità di accedere alla detenzione domiciliare come pena sostitutiva per condanne brevi. La Corte ha precisato che il principio di retroattività della lex mitior, pur fondato sull’art. 3 Cost., non prevale sul principio di stabilità dei giudicati e che la disciplina della riforma risponde a criteri di effettività e rieducazione, consentendo una gestione più immediata delle pene per i condannati non definitivi.

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