Corte costituzionale: inammissibile la questione di legittimità sull’impossibilità per l’imputato di citare l’assicuratore in sede penale

La Corte costituzionale ha respinto le questioni di legittimità sollevate dal Tribunale di Palermo, dichiarando inammissibili le doglianze circa l’art. 83 del codice di procedura penale. L’articolo in questione non consente all’imputato, in caso di azione risarcitoria per danni derivanti da responsabilità medica, di citare in giudizio il proprio assicuratore, a differenza di quanto possibile in sede civile. La Corte ha chiarito che l’assicurazione obbligatoria per colpa grave prevista per i medici strutturati riguarda solo i rapporti di rivalsa con la struttura sanitaria, senza configurare alcuna disparità ingiustificata di trattamento rispetto al processo civile.

La Corte Costituzionale annulla alcune disposizioni della legge regionale sarda su edilizia e contratti pubblici

La Corte Costituzionale ha parzialmente accolto il ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dichiarando l’illegittimità di norme della legge regionale sarda, che violano i principi di pianificazione urbanistica e limitano l’autonomia delle stazioni appaltanti, contrastando con le normative statali sui contratti pubblici e la concorrenza.

Illegittimità costituzionale del rinvio delle elezioni per i Liberi consorzi e i consigli metropolitani

Con la sentenza n. 172 del 31 ottobre 2024, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della legge regionale siciliana n. 6 del 2023, che prorogava il regime commissariale per i Liberi consorzi comunali e i consigli metropolitani, in violazione degli articoli 5 e 114 della Costituzione. La Corte ha sottolineato come i ripetuti rinvii delle elezioni abbiano impedito la piena costituzione degli enti di area vasta, compromettendo la loro autonomia e il loro ruolo nella struttura repubblicana.

La Corte Costituzionale dichiara l’illegittimità della norma sulla qualifica del CEFPAS

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 169 del 29 ottobre 2024, ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 25, comma 2, della legge della Regione Siciliana n. 1 del 2024, che qualificava il CEFPAS come ente del servizio sanitario regionale. La norma è stata ritenuta incompatibile con il principio di coordinamento della finanza pubblica e con le limitazioni imposte alle regioni in deficit sanitario, poiché ampliava l’offerta sanitaria al di fuori dei LEA.

La Corte Costituzionale dichiara l’illegittimità della norma regionale in materia di compensazioni ambientali

Con la sentenza relativa al giudizio di legittimità costituzionale dell’art. 2, comma 1, lettera c), della legge della Regione Puglia n. 27 del 2023, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma per violazione dell’art. 117, terzo comma, Cost., in relazione all’art. 1, comma 5, della legge n. 239 del 2004. La disposizione regionale, che consentiva l’imposizione di misure di compensazione ambientale anche per gli impianti del gas già autorizzati, senza distinzione tra impianti nuovi e preesistenti, è stata ritenuta incompatibile con il principio statale che attribuisce alle regioni il potere di applicare tali misure solo a nuove infrastrutture o al potenziamento di quelle esistenti.

Divieto di avvicinamento e misure cautelari: il bilanciamento tra esigenze di protezione e libertà personale

Con sentenza n. 173 del 2024, la Corte Costituzionale ha confermato la legittimità della distanza di 500 metri prevista dall’art. 282-ter c.p.p., ritenendola non irragionevole per garantire la protezione della persona offesa. Tuttavia, ha precisato che, qualora l’uso del braccialetto elettronico risulti tecnicamente impraticabile, il giudice deve rivalutare la misura cautelare senza automatismi, applicando il principio di adeguatezza e proporzionalità. La Corte ha ribadito l’importanza di bilanciare i diritti coinvolti, cioè la libertà dell’indagato e la protezione della vittima, e ha richiamato normative sovranazionali sul controllo elettronico in contesti di violenza domestica.